Psicoterapia inutile, 7 modi per renderla proficua
Sono stato dallo psicologo per tanti anni e non ho risolto nulla!
purtroppo questa frase la sentiamo sempre più spesso ed ecco sette motivi per cui non dovresti fare psicoterapia o meglio sette possibili alternative agli intoppi che ci possono essere all'interno di un percorso di crescita personale e di psicologia.
Molto spesso sentiamo parlare di psicologia, di psicoterapia e si sta passando da un eccesso all'altro, da un'Italia in cui nessuno faceva psicologia e faceva psicoterapia e e ci si vergognava di andare dallo psicologo, all'eccesso opposto in cui sta diventando di moda, ma si rischia di perdere tempo e soldi inutilmente propri o pubblici senza risolvere un bel niente. perché la psicologia è sicuramente super importante, super efficace ma è anche vero che vediamo in giro tantissima gente che va da anni dallo psicologo senza risolvere nulla.
C’è un problema di base che riguarda sia gli utenti, ovvero i cosiddetti pazienti, sia i professionisti chiaramente. Sono i professionisti che dovrebbero innescare un cambiamento in questo aumentando l’efficacia terapeutica e lavorando su una riduzione del numero delle sedute. Con un'ottimizzazione dei risultati.
Allora le sette situazioni generali in cui la psicoterapia non funziona, poi ce ne possono essere anche altre, sotto:
1. MANCANZA DI MOTIVAZIONE
che può essere mancanza di motivazione sia da parte del paziente che anche da parte del terapeuta. Perché i terapeuti Sono esseri umani e possono non avere una motivazione in assoluto o in generale, in una fase della loro vita professionale oppure per quella specifica situazione. Quindi questo calo di motivazione sicuramente da parte del paziente è stato ampiamente esaminato. Tant'è che alcuni psicologi non hanno fatto altro che accusare i pazienti. Se una persona va in terapia per 3 anni è evidente che un po' di motivazione ce l'abbia. Se poi quella psicologia, quella psicoterapia non lo aiuta a risolvere, allora è chiaro che una persona mediamente sana perde la motivazione. Non accusiamo sempre i pazienti ma cerchiamo di capire anche quale è la nostra motivazione. (Quale è la motivazione del terapeuta nel continuare a vedere la stessa persona per 3 anni senza avere risultati).
2. UNA SCARSA ALLEANZA TERAPEUTICA
Fare i terapeuti è difficile perché devi riuscire a trovare le chiavi di ingresso comunicativo- energetiche con la persona e riuscire a stabilire con lui/ con lei un rapporto che sia solido, di fiducia, di autenticità, di esclusività.
Per far questo i terapeuti devono aver fatto e continuare a fare tutta la vita un lavoro su loro stessi che spesso è molto oneroso, molto faticoso e che aiuta a togliere via i vari strati delle proprie maschere.
Invece ciò che si vede sono molti colleghi che non fanno altro che creare strutture su sovrastrutture, su sovrastrutture, fino a creare delle barriere con le persone.
ora siamo tutti sulla stessa barca e ci dobbiamo impegnare maggiormente come terapeuti a essere autentici e a farci percepire maggiormente come persone e meno come ruolo, quindi meno ruolo e più persona perché in questo modo si crea una forte alleanza terapeutica e ci dà la possibilità di entrare in uno scambio con l'altro che è l'arte di entrare e uscire dalla relazione umana.
3. TERAPIE NON ADATTE
quante volte l'università prepara i terapeuti a determinate tecniche, a determinate strategie poi i terapeuti escono dalle scuole di specializzazione, parlano tutti come dei pappaGalli. Escono dalla scuola A e tu sai già quello che diranno, se escono dalla scuola B sai quello che diranno, Perché vengono indottrinati e questa cosa non è utile perché la vera efficacia terapeutica è quando prendi quello che ti hanno insegnato e lo stracci o lo integri con tante altre cose. Non possiamo chiuderci ancora in parrocchie, perché ciò che si vede è che anche le persone stanno aderendo a ciò.
I cosiddetti pazienti cercano il professionista che abbia fatto quello specifica tecnica, quegli specifici studi, eccetera.
A questo non c'è nessun tipo di validazione perché sebbene ci siano delle meta analisi sulla terapia cognitiva comportamentale che dicono che funziona molto bene, Ci sono altrettanti studi e metanalisi che testimoniano che un fattore cruciale è L'alleanza terapeutica quindi la relazione con il terapeuta che si viene a creare, quella è la base di un'efficacia.
4. ASPETTATIVE NON REALISTICHE
aspettative non realistiche significa che le persone si aspettano di guarire in un attimo. Ma Il concetto di guarigione andrebbe rivisto, perché Stiamo andando in una direzione troppo di medicalizzazione, cioè la scienza e diciamo la fisica e La medicina si stanno allontanando sempre di più da una concezione positivistica, mentre la psicologia è come se sgomitasse per entrare Lì dentro, dove le altre scienze stanno uscendo. quindi dobbiamo fare attenzione a non cadere nel determinismo.
Le aspettative non realistiche possono essere da parte del paziente che dovremmo iniziare a chiamare cliente o utente.
quindi da parte del cliente al committente di cambiamento possono essere irrealistiche, in un senso cVoglio immediatamente un risultato irrealistico subito oppure vedo spesso aspettative nell'altro senso, Cioè mi aspetto di andare per anni per imparare più o meno a gestire e a riorganizzarmi sostanzialmente questi sintomi Ma no signori si spera e la psicoterapia vera già è così che tu quei sintomi li risolvi completamente e definitivamente.
5. PROBLEMI STRUTTURALI PROBLEMI SOCIALI
spesso vedo colleghi che non si rendono conto che fare psicoterapia in una situazione in cui, ad esempio, quella persona è inserita in un contesto sociale di povertà, di discriminazione.
Se ci sono delle situazioni proprio strutturali, familiari di un certo tipo, dobbiamo aiutare le persone a modificare anche il loro ambiente, ed è per questo che la psicoterapia ha anche una potente funzione sociale di cambiamento perché aiutiamo le persone a sganciarsi dai loro condizionamenti e a diventare impattanti sull'ambiente in cui vivono, viceversa sono chiacchiere.
6. LA DIPENDENZA DA TERAPIA
i cosiddetti studi sulla la terapia iatrogena cioè quella che in qualche modo innesca a sua volta un processo di malattia, piuttosto che di guarigione. dicono Sostanzialmente che alcune psicoterapie creano dipendenza, soprattutto nei casi in cui una persona sta cercando di uscire da una dipendenza affettiva, da una dipendenza di sostanze, da una dipendenza comportamentale, è facile che si attacchi alla psicoterapia come un ulteriore dipendenza.
Questo è responsabilità anche del terapeuta di evitare e di aiutare le persone a essere autonomi.
Una delle regole, le prime regole in PSYLIFE, è la regola dell'Autonomia: lavoriamo per renderti autonomo, perché tu non abbia più bisogno di fare psicoterapia e di venire tutte le settimane.
Si sente una cosa assurda: il mio terapeuta è in vacanza e io sono disperata.
Ma che psicoterapia è quella che ti rende dipendente?
7. TRATTAMENTI MIGLIORI DISPONIBILI
A volte se una psicoterapia rende dipendenti è meglio che quella persona si vada a fare un viaggio, può essere un trattamento migliore piuttosto che stare 10 anni lì in quella stanzetta a dire sempre le stesse cose. Oppure ci possono essere dei supporti di tipo farmacologico, ci possono essere un cambiamenti di stili di vita. Purtroppo molti colleghi si limitano alla classica psicoterapia/ psicanalisi classica che non cambia le abitudini, che non cambia i comportamenti del presente e che si focalizza eccessivamente su degli psicologismo corteccia cognitiva Ma che poi non sono sostanziali.
La persona sa tutto dei suoi problemi come diceva Woody Allen dopo 15 anni di psicanalisi: “So tutto dei miei problemi, ma i miei problemi restano esattamente lì dove sono”.
Per fortuna La psicoterapia sta cambiando, sta migliorando ci sono i nuovi approcci, c'è l’EMDR, la terapia cognitivo-comportamentale, c'è la psicoterapia a breve.
La cosa importante è non chiudersi nelle nostre gabbiette, non chiudersi nei dogmi accademici dottrinali da scuola di specializzazione, ma aprirsi alle altre psicologie (perché non c'è una psicologia ci sono tante psicologie).
Apertura anche all'antropologia, alla Sociologia, Alla filosofia, alla medicina. Apertura in modo che la psicologia diventi quello per cui è nata, cioè la scienza dell'uomo dell'essere umano e quindi che lo vede a 360 nel suo horos, nella sua integrità, nella sua enorme complessità.
Una frase di Carl Gustav Jung: non sono ciò che mi è accaduto, ma sono ciò che scelgo di diventare.
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