RUMINAZIONE MENTALE: come smettere
Chissà quante volte è capitato anche a te di stare lì a rimuginare su determinati pensieri.
Magari a svegliarti nel cuore della notte oppure durante tutta la giornata e non fare altro che pensare a quel contenuto mentale, a quelle situazioni che ti creano problemi, che ti creano disagio, che ti danno fastidio.
Oggi parliamo di rimuginio e ruminazione mentale e voglio aiutarti a capire un po’ la differenza tra questi due fenomeni che anche se sembrano simili sono un po’ diversi da un punto di vista psicologico.
Inoltre voglio darti alcune indicazioni che ti potranno aiutare a smettere di ruminare e di rimuginare, per riuscire a farti vivere meglio il presente.
Io sono Roberto Ausilio, psicologo psicoterapeuta, e mi occupo ormai da quasi vent’anni di aiutare le persone a vivere senza il freno dei condizionamenti mentali.
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Allora, dicevamo: rimuginio e ruminazione.
Il rimuginio è un qualcosa che ha a che fare con dei pensieri intrusivi, dei pensieri ossessivi che riguardano prevalentemente il futuro: la persona comincia a pensare che non sarà in grado di far fronte a determinate cose, si sente inadeguata e pensa sempre che le cose andranno male.
Tutto ciò si ritrova molto spesso all’interno delle sintomatologie ansiose.
Se hai già letto il mio libro “ANSIA NO PROBLEM” sai di cosa sto parlando e cioè dell’ansia generalizzata che spesso ci attanaglia e ci impedisce di essere sereni e di vivere tranquillamente il nostro presente.
La ruminazione invece è un qualcosa che ha più a che fare con il passato, un passato che ritorna e che spesso è legato ad un senso di perdita emotiva tipo ad esempio avere dei rimpianti rispetto al passato: avresti dovuto fare determinate cose ma non le hai fatte!
Diciamo che ha più a che vedere con i sintomi di tipo depressivo.
Fra rimuginio e ruminazione è questa la differenza di cui dobbiamo tener conto.
Ci sono diverse teorie psicologiche sull’argomento, in particolare quella di Borcovec, che ci dice:
- perché noi andiamo a rimuginare?
Rimuginiamo perché in qualche modo così troviamo una sorta di fuga dall’occuparci veramente di quelle tematiche. È come se continuando a ripeterci mentalmente quelle cose la nostra mente tentasse di prenderne le distanze per non occuparsene veramente a livello emotivo.
Potrebbe essere!
Però c’è anche una teoria opposta che è quella di Wells che dice che:
- rimuginare significa focalizzarsi eccessivamente su dei dettagli e su dei pensieri, collegandolo quindi ad una sorta di perfezionismo.
In particolare questo rimuginio si mantiene ed è mantenuto da delle “meta cognizioni”, dal credere cioè che continuare a pensare e rimuginare possa in qualche modo risolvere le questioni.
In realtà sappiamo che non è così: più pensiamo ad un determinato argomento senza occuparcene veramente e meno siamo in grado di far fronte a quegli stress ambientali, meno siamo in grado di uscire di casa e fare quello che va fatto.
Ma alla fine di questo discorso molto importante cosa possiamo fare rispetto alla ruminazione e al rimuginio per riuscire liberare la nostra mentre da questi condizionamenti?
Sicuramente può essere utile una psicoterapia individuale.
Ogni persona è diversa dall’altra e ciò che sta dando fastidio a te va trattato in maniera specifica, va trattato nella tua situazione di vita.
e hai pensieri ricorrenti che non ti lasciano mai in pace è utile farsi aiutare dalla psicoterapia, ma è anche utile non alimentarli prendendone le distanze e cioè cominciando a pensare che “tu non sei i tuoi pensieri”.
La nostra mente crea pensieri in automatico e dargli eccessiva importanza non fa altro che alimentarli. Per rallentare o eliminare questo circolo vizioso è molto utile imparare e praticare delle tecniche di rilassamento e di meditazione, tecniche che spiego all’interno del mio nuovo libro che si chiama proprio “RILASSAMENTO E MEDITAZIONE” e che è in uscita a breve.
Nel libro descrivo tutta una serie di tecniche, di strategie specifiche e pratiche che ti potranno aiutare a ridurre sia il rimuginio che la ruminazione.
Le ricerche dicono che l’abitudine al rilassamento, l’abitudine alla meditazione crea delle onde cerebrali diverse all’interno del nostro cervello le quali ci aiutano a superare quei momenti e ci creano proprio un nuovo sostrato, un nuovo mondo interiore molto più pulito, più limpido e più orientato al presente.
Ciò che più conta è riuscire a liberarsi dai condizionamenti del passato, a liberarsi delle ansie del futuro e riuscire a imparare a vivere esattamente il presente nel “qui e ora”, nel senso che del passato possiamo tenerci le lezioni che ci ha insegnato e del futuro possiamo tenere con noi la molla motivazionale e la chiarezza di intenti che ci spinge ad agire.
Voglio concludere con le parole del maestro Bashar che dicono:
“il primo passo verso la vera illuminazione è quello di alleggerire te stesso”
Ciao e Buona vita
dr. Roberto Ausilio
Psicologo Psicoterapeuta
www.robertoausilio.it
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